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giovedì 12 maggio 2016

Padiglione di Barcellona



In occasione dell'esposizione universale tenutasi a Barcellona nel 1929, Mies van der Rohe progettò il padiglione di Barcellona, il quale divenne l'emblema dell'architettura del movimento moderno.













La pianta dell'edificio è "libera", basata su un sistema a griglia
, e gli spazi sono articolati da setti murari che creano confini incerti. Il padiglione ha un orientamento orizzontale, accentuato dal basso tetto piano che sembra galleggiare tra l'interno e l'esterno.



Struttura
La struttura è posata su un podio di travertino, ed il tetto come anticipato precedentemente è completamente piano, ed è sostenuto da otto pilastri cruciformi cromati con una sezione contenuta, che danno l'impressione di leggerezza. Grazie al sostegno dei pilastri si è potuto creare un open space, che ha permesso una maggiore libertà nella disposizione degli spazi interni.



Il padiglione è concepito come una composizione proporzionale in cui l'interno del padiglione è giustapposto a due specchi d'acqua. In fondo allo specchio d'acqua più piccolo è posizionata la statua in bronzo "Der Morgen" (il mattino), di Georg Kolbe. Essa rappresenta una figura femminile che esce dall'acqua e alza le braccia verso il cielo.



Materiali
Parte essenziale del padiglione oltre alla forma sono i materiali. Essi infatti danno al Padiglione di Barcellona la vera essenza architettonica. Sono principalmente impiegati quattro tipi di marmo, acciaio, cromo e vetro.

Il materiale più utilizzato resta tuttavia il travertino, il quale riveste lo zoccolo e le pareti esterne adiacenti allo specchio d'acqua più grande. L'utilizzo del travertino in modo continuo tra esterno ed interno enfatizza maggiormente una sensazione di continuità ed armonia tra i due spazi.



Inizialmente fu progettato come padiglione espositivo temporaneo, e quindi l'edificio era destinato ad essere smantellato alla fine della manifestazione. Ciò avvenne nel 1930, ma nel 1983 un gruppo di architetti catalani iniziò a lavorare sulla ricostruzione del padiglione da fotografie e quei pochi disegni che erano rimasti. Oggi giorno è aperto tutti i giorni e può essere visto nella stessa posizione in cui si trovava nel 1929.


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